EDITORIALE: L’Europa League non riscatta nulla.

 

Il campionato di calcio italiano non finisce di stupire, in negativo, neanche a pochi giorni dalla chiusura del sipario. Le istantanee che la penultima giornata ha consegnato agli archivi sono inguardabili, una addirittura tragica. Conviene cominciare da quella.

Al Tardini si gioca Parma-Vicenza, ma il Tardini è uno stadio italiano e questo dovrebbe bastare a sconsigliarne l’utilizzo. Balaustre basse, steward assenti, un crepaccio senza alcuna rete di protezione tra i settori: un vuoto in cui precipita Eugenio Bortolon, tifoso vicentino di soli 19 anni. Una vita spezzata che lista a lutto la promozione del Parma, che avviene regolarmente perché il calcio italiano non si può fermare. Mai.

Un altro tipo di mestizia frammista ad un senso di malinconico disgusto ha invece caratterizzato il rovente pomeriggio calcistico. Un caldo insostenibile ha probabilmente incocciato la curva sud di San Siro, che ha salutato in maniera poco tradizionale e molto incivile il proprio capitano di lungo corso Paolo Maldini, accomunato nelle ire dei supporters (?) rossoneri alla dirigenza. A proposito, alzi la mano chi a Roma non ha sorriso ripensando alle rimostranze dei propri beniamini, frenati nella loro foga agonistica dall’eccessiva pressione dell’ambiente.

Fa caldo, ma non si suda, anche a Verona, dove a perlare la fronte dei giocatori è solamente il rischio che un gol accidentale alteri un equilibrio incredibile, anzi, poco credibile, e fa caldissimo a Torino dove il Genoa, incurante di un’antica consuetudine calcistica tutta italiana, mata un Toro infuriato. La rissa che si scatena al 90’ è vergognosa, a prescindere dalle motivazioni che l’Ufficio Indagini non appurerà.

Unica nota lieta della giornata la vittoria della Roma a Milano, con qualificazione all’Europa League annessa. Un palliativo, nulla di più, non si illudano i non-protagonisti giallorossi di aver riscattato una stagione penosa con il raggiungimento della qualificazione alla Champions dei poveri: non si dimostrano gli attributi, la dignità e la professionalità rinunciando ad una settimana di ferie per giocare nell’Europa di serie B. Non scherziamo, a Milano si contesta una società che ha vinto tutto.

PICCINNI PIERFRANCO

3 Risposte to “EDITORIALE: L’Europa League non riscatta nulla.”

  1. Giacomo Zampolin Says:

    Ormai fare l’Ultras è diventato un lavoro e loro sono una casta, a cui per altro non puoi andare a pestare i piedi, altrimenti…
    Ognuno chiaramente è libero di esprimere i propri pareri su questo o quel giocatore, ma l’intelligenza di una persona prima che di un tifoso sta nel scegliere il tempo ed i modi giusti.
    Le persone che invece di andare allo stadio e godersi una bella partita (caldo permettendo) come è stata quella di ieri entrano e stanno per 90′ spalle al campo a fare politica e a dirigere come fare il tifo sono persone che hanno perso di vista il proprio ruolo all’interno del mondo sociale. Avrei preferito una bordata di fischi quando è stato esposto quello striscione, oppure dare il microfono a Maldini e far vergognare pubblicamente quelle trippe in canotta.

    Detto questo faccio i complimenti alla Roma per ieri e gli auguro una pronta ripresa nel prossimo campionato così da poter tornare in Champions, il posto che gli compete.
    Quanto a me tapino milanista spero tanto che prendano Spalletti 😀
    Un saluto

    • romanismo Says:

      Concordo pienamente, anche se non generalizzerei. Di sicuro, è evidente, il mondo ultras ha perso la sua innocenza nel momento in cui il tifo è diventato è una professione.
      Pierfranco Piccinni

    • romanismo Says:

      ..dimenticavo: credo che Spalletti andrà alla Juve..al tuo presidente piace scoprire i nuovi talenti. Nel calcio e nella vita!!

      Goliardicamente,
      Piccinni Pierfranco

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